Assogiocattoli è stata, attrice e testimone di un’epoca contraddistinta da una rapida e profonda evoluzione delle abitudini e delle mode della nostra società ed ha filtrato tali cambiamenti all’interno dei settori in cui si identifica.
L’Associazione ha assistito e partecipato alla ricostruzione di un Paese colpito dalla guerra, ad una crescita industriale senza precedenti, alla trasformazione radicale della società, all’evoluzione del mercato nella sua massima espansione internazionale, alla nascita della Comunità europea e della moneta unica: l’Euro, all’affermarsi di nuove realtà produttive nel Far East.
In questa sezione del sito, ci sembra doveroso testimoniare, celebrare e ricordare le tappe fondamentali della nostra piccola-grande storia.
Albori di un’Associazione
I primi istanti di vita di un’istituzione sono un concentrato di cambiamenti, di rivoluzioni e d’improvvise mutazioni.
Così, i primi anni di Assogiocattoli racchiudono molteplici accadimenti e vicissitudini, conseguenti allo sviluppo sociale di un’Italia appena uscita dal secondo conflitto mondiale.
Le prime notizie relative all’attività associativa delle aziende italiane produttrici di giocattoli le troviamo presso la Federazione Italiana Esercenti Industrie Varie, costituitasi il 10 Marzo 1945, in quel brevissimo periodo che intercorre tra la Monarchia e la Repubblica.
Firmatario principale dell’atto è Umberto di Savoia, Principe di Piemonte, Luogotenente Generale del Regno.
È in seno a questa imponente struttura che comincia ad operare il primo nucleo di Assogiocattoli che, per via delle ridotte dimensioni iniziali, non potrebbe avere vita autonoma.
La bambola ricostruita
Ai costruttori, ai commercianti, agli ideatori di nuovi giochi, a tutti quei bravi artigiani che ad ogni ora accudiscono amorevolmente al loro lavoro, pensando a nuovi accorgimenti per assicurare, al rinnovarsi delle generazioni, il massimo del diletto, noi rivolgiamo il nostro pensiero e la nostra riconoscente solidarietà. Questi veramente, a nostro giudizio, sono gli Alfieri del Nuovo Mondo Pacificato, ad essi l’umanità dev’essere riconoscente se, pur tra le rovine, le macerie e gli squilibri di questo agitato dopoguerra, i più piccoli e con loro, di riflesso, i più grandi trovano ancora la forza e il desiderio di sorridere.
Così saluta il mondo il primo numero della “Rivista del Giocattolo” il 30 Giugno del 1946.
Gli alfieri del nuovo mondo pacificato
Acquietate le ultime eco dei cannoni, i cieli non più sorvolati da carlinghe di aerei gonfie di bombe, i tetti delle case tremolanti ma al sicuro de nuove esplosioni e crolli, il Soldatino di Piombo, senza galloni né superiori, affronta il campo di battaglia immaginario lontano dalle trincee del reale fronte.
L’Italia del 1946 è un’Italia da ricostruire: le strade, le industrie, le case, le famiglie e il loro sorriso.
Ma la voglia di riportare l’Italia e in particolare l’industria, in condizioni di competere e offrire al mercato mondiale prestazioni di creatività, professionalità e passione tipiche della realtà produttiva di questo Paese è forte e tra le attività che la nuova Italia si propone di rivitalizzare c’è quella del Giocattolo.
Lavorare per il futuro sociale del Paese genera un grande e coinvolgente entusiasmo in chi, nella prospettiva di dover risanare una lacerazione dolorosa, si rivolge alla ricchezza più grande e meravigliosamente infinita che la natura può offrire: i bambini.
È proprio grazie a questo entusiasmo che nasce e si aggrega attorno al mondo del giocattolo un’importante realtà costituita da persone, organizzazioni e pubblicazioni, primi vagiti di quella che diverrà poi una prestigiosa e combattiva associazione a livello mondiale.
Non sono quindi sovvenzioni esterne o miracolose scoperte a dare il via a quella ripresa che caratterizza i primissimi anni del dopoguerra, bensì la forza di volontà dell’uomo, di un uomo che ha bisogno di unire le proprie energie con quelle di altri, un uomo che sente il bisogno di crescere in sinergia con un sistema nuovo e difficile: un sistema europeo appena rinato e non sempre pronto ad accettare le proposte di un mercato bisognoso di riconoscersi e farsi riconoscere anche all’estero.
Il Soldatino di Piombo è quindi pronto a riprendere il suo lungo viaggio verso le nuove trincee della fantasia artigiana e le eccezionali alchimie delle scoperte tecnologiche, circondato dalle mille attenzioni di una nuova Associazione di “amici” pronti a farsi in quattro perché il nostro eroe non soffra più di quella solitudine che la guerra provoca e semina attorno a sé.