Secondo le stime di ENPC nel mercato europeo l’Italia si colloca al quarto posto per volume d’affari, ma al settimo per spesa pro capite. In crescita il fenomeno della rivendita e riutilizzo dei prodotti. Oltre ai nuovi modelli di acquisto sostenuti dallo sviluppo tecnologico e digitale, praticità, sostenibilità e customizzazione rappresentano i temi emergenti e per i quali l’industria è chiamata ad adattare produzione e processi.
In occasione di Kind und Jugend svoltosi a Colonia nello scorso mese di settembre, ENPC – European Nursery Products Confederation – ha presentato alcuni dati economici e trends che riguardano il comparto della puericultura. Secondo una stima basata sui dati di provenienza dai principali 8 paesi europei – Inghilterra, Germania, Francia, Italia, Spagna, Olanda, Belgio e Austria – nel 2018 il mercato che comprende la puericultura pesante e quella leggera, a esclusione di mobili, giocattoli e abbigliamento, raggiunge la somma di 3.400 milioni di euro (dato Kids Global – ENPC).
L’Italia, con un valore di 402 milioni di euro si colloca al quarto posto dopo Inghilterra (761), Germania (759) e Francia (727) e precede Spagna (317), Olanda (197), Belgio (128) e Austria (99). Dal 2010, in 8 anni, il mercato ha registrato un calo complessivo di 152 milioni di euro. L’andamento è fortemente influenzato dal calo della natalità (-310.000 nascite medie anno), considerando che, al contrario, la spesa media per bambino, a eccezione della Francia, è cresciuta in tutti i paesi analizzati. In riferimento a tale indice, l’Italia si colloca al penultimo posto con una spesa pro capite pari a 448€ annui, seguita solo da Spagna (416), mentre più elevato è il livello nei restanti paesi analizzati: Olanda (582), Austria (574), Belgio (541), Inghilterra (512), Francia (501) e Germania (483).
Ancora più interessanti dei meri dati economici, sono i trends che caratterizzano il mercato. Gli analisti di ENPC hanno individuato una decina di tendenze che avranno un significativo impatto sull’industria della puericultura.
A influire direttamente sui fatturati delle aziende sono innanzitutto il fenomeno della cosiddetta “seconda vita” dei prodotti e la diffusione della sharing economy portano inevitabilmente a una riduzione dei nuovi acquisti e si stima che nel giro dei prossimi 5 anni il mercato dei prodotti di seconda mano raddoppi il suo valore; l’opportunità per le aziende della puericultura può derivare dal rendersi attiva anche nel riavere la merce e rivenderla.
Secondariamente, i mega trend di consumo che si stanno diffondendo a livello globale, e che coinvolgono diversi settori economici, riguardano anche la puericultura. Legata a fattori come l’urbanizzazione, la diffusione della tecnologia, la riduzione di una rete di sostegno familiare, vi è una crescente domanda di praticità indirizzata a prodotti e soluzioni che aiutano a semplificare lo stile di vita. Inoltre il tema della sostenibilità è diventata una preoccupazione per le giovani generazioni che chiedono prodotti sicuri, tracciabili e rispettosi dell’ambiente. Infine, cresce la domanda di customizzazione, alimentata dal desiderio di avere un maggior coinvolgimento nella scelta e un ruolo attivo nella co-creazione dei prodotti che acquistiamo.
Infine, stanno crescendo e modificandosi le opportunità e modalità di acquisto da parte dei consumatori caratterizzate da uno shopping omnicanale e sostenute da tecnologie sempre più sofisticate che anche all’interno dei punti vendita possono offrire nuove esperienze di acquisto oltreché essere fonte di informazione preziosa per le proprie politiche di marketing.