Il gioco non solo come puro divertimento, ma anche come “cibo per la mente”, capace quindi di “alimentare” il bambino in tutto il suo percorso di sviluppo – fisico, cognitivo, emotivo sociale – è un’evidenza ormai nota a tutti quelli che si occupano di analizzare il complesso e affascinante mondo dell’infanzia.
In linea con precedenti studi di rilevanza scientifica e internazionale, due ricerche sul significato e valore del gioco sono state presentate il 7 ottobre 2015 a Milano al convegno “Gioco: cibo per la mente”, organizzato da Assogiocattoli, alla presenza di un pubblico d’insegnanti ed educatori, genitori e addetti ai lavori.
Il 20 novembre 2019, in occasione del trentesimo anniversario della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia redatta dall’ONU il 20 novembre 1989, Regione Lombardia e Assogiocattoli hanno celebrato l’importante anniversario con un convegno dedicato all’importanza del gioco nello sviluppo del bambino riprendendo i fondamenti dell’Articolo 31.
Progetti collegati
Il Convegno
Regione Lombardia e Assogiocattoli insieme per “Gioco, cibo per la mente”
In occasione del trentesimo anniversario della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia redatta dall’ONU il 20 novembre 1989, Regione Lombardia e Assogiocattoli celebrano l’importante anniversario con un convegno dedicato all’importanza del gioco nello sviluppo del bambino riprendendo i fondamenti dell’Articolo 31.
Esattamente trent’anni fa, il 20 novembre 1989, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvava la convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in cui per la prima volta i bambini vengono riconosciuti come titolari di loro diritti specifici e che ha ispirato in ogni parte del mondo l’adozione di leggi volte al miglioramento delle condizioni di vita dei più piccoli.
Tra i diritti riconosciuti quello alla salute, alla dignità e alla libertà di espressione, all’istruzione e anche al gioco. L’articolo 31 recita infatti: “1.Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica. 2.Gli Stati parti rispettano e favoriscono il diritto del fanciullo di partecipare pienamente alla vita culturale e artistica e incoraggiano l’organizzazione, in condizioni di uguaglianza, di mezzi appropriati di divertimento e di attività ricreative, artistiche e culturali”.
Il gioco è quindi affiancato alle attività artistiche e culturali poichè contribuisce alla crescita e al benessere dell’individuo. “
A questi temi è dedicato il convegno “Gioco, cibo per la mente” che si svolgerà presso palazzo di Lombardia proprio mercoledì 20 novembre, giornata dell’anniversario, organizzato da Regione Lombardia in collaborazione con Assogiocattoli.
Introdotti dal saluto di Stefano Bolognini, Assessore alle Politiche Sociali, Abitative e Disabilità della Regione Lombardia, interverranno, tra gli altri, Gabriella Gilli, docente di psicologia generale all’Università Cattolica di Milano, che spiega come il gioco e i giocattoli siano importanti strumenti di crescita ed educazione; Elena Nicoli, pedagogista coordinatrice dei servizi educativi 0-6 anni del Comune di Seriate (BG), Cristina Liverani, Kids & Special Projects Unit Manager di BVA Doxa la cui indagine Doxa Junior, compie anch’essa trent’anni, descrive come si sono evoluti i comportamenti di gioco nell’arco di questo periodo; Bice Dantona e Bernardo Corbellini, designer di Internotrentatre, specializzati nella progettazione di giocattoli e ideatori del progetto “Gioco anch’io” dedicato ai giocattoli inclusivi, specificatamente indicati anche nel caso di particolari disabilità. Modera il convegno Chiara Bidoli, direttrice delle testate area infanzia di RCS MediaGroup. Conclude i lavori Giovanni Daverio, Direttore Generale Politiche Sociali, Abitative e Disabilità.
Regione Lombardia sarà presente a G! come Giocare!, il grande salone dedicato al gioco dal 22 al 24 novembre in FieraMilanoCity, all’interno del quale Assogiocattoli presenterà, tra l’altro, la mostra dedicata al progetto “Gioco anch’io”, con una selezione di giocattoli che si adattano particolarmente anche alle esigenze terapeutiche di bambini con particolari necessità, con l’obiettivo della condivisione e dell’inclusione.
Le Ricerche
Il problema del gioco – ha dichiarato il prof. Pier Cesare Rivoltella, coordinatore della ricerca – sono i genitori, nel senso che pur controllando, o pensando di controllare, le pratiche ludiche dei figli, di fatto sono poco presenti e anche quando sono in casa, è difficile capire quanto siano attivamente coinvolti». Questo, e non l’invadenza dei videogiochi – prosegue Rivoltella – è un problema dal punto di vista educativo: se si ritrovano soli, inevitabilmente i bambini gettano l’occhio sul tablet o sulla console; infine, anche quando i bambini giocano all’aria aperta e con i compagni occorrerebbe accompagnarli e dedicare loro del tempo.
Quindi, seppur consapevoli dell’importanza del gioco, gli adulti non sempre sembrano impegnarsi nel modo più efficace.
Diffondere la cultura del gioco in famiglia e sollecitare negli adulti azioni educative per rendere il tessuto relazionale sempre più ricco sono obiettivi di Assogiocattoli – afferma Paolo Taverna, direttore dell’associazione – che da anni organizza una molteplicità di iniziative in tal senso, da G!come Giocare al Play Day alla notte bianca del gioco, in cui informazione e sperimentazione si incontrano per incentivare la promozione del benessere delle future generazioni.
RICERCA EUROPEA SUL GIOCO (BDRC Continental)
Ormai, a conoscere gli effetti positivi del gioco non sono più solo gli esperti, ma gli stessi genitori hanno consapevolezza dell’estrema importanza del gioco per i loro figli. E’ quanto emerge dalla ricerca europea sul gioco condotta da BDRC Continental, la più grande società di ricerche di mercato inglese, che ha intervistato 604 adulti e loro bambini in cinque diversi paesi – Inghilterra, Francia, Germania, Italia e Spagna – con l’obiettivo di verificare che cosa significa il gioco per adulti e bambini.
La quasi totalità dei genitori, con percentuali che si attestano tra l’80 e il 90%, afferma che il gioco è una parte vitale nello sviluppo del bambino con effetti positivi sul loro benessere, il comportamento e le abitudini.
Oltre a creare amicizie e rendere felici, i genitori considerano che il gioco influenzi la crescita dei loro figli sviluppandone la creatività, le capacità d’integrazione sociale, di comunicazione, la confidenza in se stessi, l’indipendenza oltre che la conoscenza del mondo e la capacità di espandere i propri orizzonti. I genitori hanno anche verificato come il gioco favorisca la salute fisica e anche le performance scolastiche.
Sia per gli adulti sia per i bambini, i giocattoli qualificano strettamente e positivamente il gioco. Essi, infatti, insieme al divertimento, gli amici e il poter giocare all’aria aperta, sono valutati tra gli aspetti che più piacciono del gioco.
RICERCA IL GIOCO COME ALIMENTO (Cremit – Università Cattolica, Pepita Onlus)
La ricerca Il gioco come alimento per la relazione, condotta dal Cremit dell’Università Cattolica e Pepita Onlus e promossa e sostenuta da Assogiocattoli, è il secondo lavoro presentato.
Alle domande cosa fanno genitori e figli? a cosa gioco? per quanto tempo? dove e in quale tessuto mi muovo quando gioco? ha cercato di rispondere la ricerca, che ha intervistato 1.128 soggetti, tra adulti, adolescenti e bambini.
Nove hashtag caratterizzano i risultati emersi:
- #cos’è il gioco. Se per i bambini e i ragazzi è sinonimo di relazione, per i genitori è finzione e spazio per la creatività;
- #aperto/chiuso: dove si gioca. I luoghi all’aperto sono i prediletti perché indice di libertà, svago e relazione;
- #tempo del gioco. I bambini giocano mediamente da una a due ore al giorno, tempo che aumenta nel fine settimana, e lo stesso vale per gli adolescenti anche se in % lievemente più bassa;
- #la presenza dei genitori. E’ piuttosto scarsa per i genitori che lavorano fuori casa e che vorrebbero essere più presenti, più facile che i bambini giochino con fratelli e amici; #videogiochi. Sono amati da bambini e adolescenti, ma sempre come seconda scelta perché non c’è la possibilità di stare all’aperto o di fare altro; #con chi videogioco. Nella maggior parte dei casi i minori videogiocano da soli;
- #il controllo parentale. I genitori sostengono di controllare non solo il tempo utilizzato dai bambini per video giocare, ma anche i contenuti, ipotesi smentita dai figli;
- #giochi e videogiochi. Si evidenza la compresenza di video giochi e giochi tradizionali, sia all’aperto sia giochi in scatola;
- #dispositivi per videogiocare. Vince su tutti il tablet per i bambini, e lo smartphone per i ragazzi.
I Video “Gioco cibo per la mente”
I video realizzati da Pepita ONLUS in collaborazione con Assogiocattoli, accompagnano i genitori alla scoperta dei valori e degli aspetti educativi che riveste il gioco. Aiutano i genitori a scoprire perché il “giocare insieme” migliora le relazioni famigliari.
Con un linguaggio semplice e degli esempi concreti Ciccio Pasticcio invita i genitori a riscoprire quanto sia importante giocare con i propri figli. Inoltre il giocattolo è sempre al centro dei video come strumento con cui giocare o svolgere delle attività con i bambini.
Le tematiche:
- il gioco come bisogno dell’uomo e in particolare del bambino
- il gioco come strumento per sviluppare fantasia e creatività
- il gioco come sviluppo psicomotorio e cognitivo
- il gioco come insegnamento del rispetto delle regole
- il gioco come occasione di relazione con l’altro in particolare di relazione tra genitori e figli