Conformità, classificazioni di età e come intraprendere un approccio più sostenibile.
a cura di UL-IISG
Intervista con gli esperti di UL
(clicca per leggere le singole risposte)
Come posso approcciare la valutazione della sicurezza di libri e giocattoli in carta e cartone e come posso iniziare ad inquadrare al meglio il mio prodotto?
Per inquadrare un prodotto che potrebbe essere un giocattolo dobbiamo farci due domande: è destinato ai bambini? É dotato di valore ludico? La risposta a queste due domande permette di capire se il prodotto in carta o cartone ricade nel campo di applicazione della Direttiva 2009/48/CE per la Sicurezza dei Giocattoli che considera bambini i consumatori di età 0-14 anni. Quindi, se il prodotto è destinato a questa fascia d’età, abbiamo già la risposta alla prima domanda. Per rispondere alla domanda sul “valore ludico”, invece, dobbiamo chiederci: il bambino gioca con il prodotto che la mia azienda ha pensato per lui? Se anche questa risposta è affermativa, salvo casi speciali esplicitamente esclusi, siamo di fronte ad un giocattolo e, come tale, questo deve soddisfare tutti i requisiti di sicurezza stabiliti all’interno della specifica Direttiva 2009/48/CE oltre a tutte le altre direttive trasversali applicabili.
Quando un libro è un giocattolo e quando non lo è?
Per aiutare i produttori di libri ad orientarsi e rispondere a questa domanda, nel 2013 la Commissione Europea ha sviluppato l’apposita linea guida “Guidance document No 9 on the application of the Directive on the Safety of toys books”.
In breve si può dire che la differenza principale tra un libro e un libro giocattolo è data dall’aggiunta, nei libri giocattolo, di uno specifico valore ludico che va oltre la semplice lettura o scrittura che caratterizza i libri con sola funzione didattica o di apprendimento. I libri giocattolo si differenziano dai libri di sola lettura per alcuni fattori principali: i materiali con cui sono prodotti (spesso stoffa o plastica per i bambini più piccoli), il numero di pagine, il loro spessore, l’aggiunta di elementi sensoriali (come suoni e luci, effetti sorpresa dovuti da pop-up o finestrelle) e la presenza di pagine da colorare.
Anche l’aggiunta di adesivi da attaccare in diverse parti del libro è spesso una caratteristica ludica che porta a classificare il libro come giocattolo.
Per ogni caso specifico suggeriamo di fare riferimento alla linea guida menzionata qui sopra in quanto contiene preziosi esempi illustrati di libri con la classificazione suggerita e orientamento sull’età di destinazione dei libri giocattolo.
Quando un libro è da considerarsi per un pubblico sotto i 36 mesi e quando sopra?
Una risposta esaustiva a questa domanda richiederebbe un trattato di psicologia dello sviluppo per inquadrare cosa è in grado di comprendere e di fare un bambino durante il primo anno di vita e in ogni anno seguente! Infatti, la classificazione di età – o “age grading” – di un giocattolo è sempre una valutazione multi-fattoriale che deve tenere conto sia delle caratteristiche dello stimolo offerto per l’interazione (il giocattolo) che del livello di sviluppo cognitivo e motorio del suo “utilizzatore”.
Parlando di libri-giocattolo, tipicamente, quelli destinati a bambini nei primi 3 anni di vita sono libri che stimolano l’interazione tattile e che spesso vengono portati alla bocca, modalità esploratoria questa prevalente soprattutto durante i primi mesi. Si tratta di libri normalmente caratterizzati da poche pagine, spesse, con tante immagini e poco testo scritto. La presenza di semplici parti da aprire, toccare o attivare (suoni e luci) contribuiscono, con il passare dei mesi, a stimolare il bambino nella scoperta del mondo circostante.
Nei libri giocattolo destinati a bambini sopra i 3 anni, invece, il testo aumenta, le immagini si fanno più dettagliate e l’interazione ludica riguarda spesso il colorare, il costruire personaggi con parti da ritagliare, la presenza di adesivi da posizionare in specifici spazi prestabiliti, la presenza di puzzle di numerosi pezzi. Ulteriori indicazioni per il mercato Europeo relativamente all’età di destinazione dei libri giocattolo sono reperibili all’interno della Guida n. 9 della Commissione Europea e nel Technical Report ISO 8124-8 “Safety of toys – Age determination guidelines”.
Se il mio libro o giocattolo in cartone è destinato ad una fascia di età inferiore ai 36 mesi, cosa viene valutato dal punto di vista fisico-meccanico?
I giocattoli destinati a bambini di età inferiore ai 36 mesi devono rispettare alcuni requisiti fisico-meccanici particolarmente restrittivi per poter garantire la sicurezza degli utilizzatori più piccoli.
In particolare, tutti i giocattoli destinati a questa primissima fascia di età devono rispettare requisiti specifici atti a ridurre i pericoli di soffocamento e strangolamento.
Parlando di giocattoli con parti in carta e cartone e concentrandoci sui requisiti fisico-meccanici applicabili agli elementi fabbricati con questi materiali, è bene verificare attentamente le forme dei vari elementi che non devono poter rimanere incastrate nella gola del bambino (e più precisamente oltre il palato molle). Per fare questa verifica si utilizzano alcune sagome che riproducono l’apertura della bocca del bambino.
Inoltre, tutte le parti in cartone che si staccano dal giocattolo con una forza massima di 25 N (circa 2,5 kg) o che sono vendute sfuse (ad esempio le tessere di un puzzle) non devono entrare nel cilindretto delle piccole parti.
Come posso mostrare il mio impegno nell’ambito della sostenibilità per i miei giocattoli in carta e cartone? Quali sono i primi passi da valutare per iniziare il mio percorso?
Come prima cosa è importante iniziare con un progetto pilota identificando un proprio target o una linea di prodotti specifici: il concetto di “sostenibilità” è molto ampio e focalizzarci inizialmente su un articolo o una collezione può aiutarci ad intraprendere il nostro percorso in maniera più strutturata e a fornirci delle basi solide per espandere questo approccio su altri articoli in futuro.
Passiamo poi alla scelta dei materiali: possiamo affidarci a materie prime già certificate – ad esempio con certificazione FSC – oppure considerare l’utilizzo di contenuto di riciclato pre / post consumer o, ancora, di materiali alternativi come quelli a base bio.
Attenzione però: una volta selezionata la materia prima più adatta, ricordiamoci che il prodotto finale dovrà rimanere conforme alle legislazioni vigenti, anche dal punto di vista chimico. Stabilire un programma di test è fondamentale per evitare richiami dal mercato che potrebbero danneggiare la reputazione del proprio brand.
Una volta terminati questi primi step, è importante comunicare in maniera trasparente e chiara il nostro messaggio ai consumatori finali: uno strumento chiave è l’uso di un claim sul proprio articolo, sul packaging e sui nostri canali di comunicazione web e social.
La scelta di un partner affidabile come UL-IISG è fondamentale per iniziare un percorso sostenibile: UL offre un’ampia gamma di analisi e test per accedere al mercato globale e può supportarti con il servizio di validazione dei claim ambientali contribuendo a rafforzare la credibilità da parte dei consumatori. Tra i claim ambientali troviamo, ad esempio, contenuto di riciclato, contenuto bio e riciclabilità.
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