Giochi & Tecnologia: giocattoli e stampa 3D
a cura di iGizmo.it
Un’occasione per ampliare i servizi ai consumatori
La tecnologia amplia sempre più i campi di applicazioni, oltre ai confini operativi. Tutto è connesso. Ma tutto ormai può essere interpretato in chiave tecnologica al servizio del business. Un esempio? La cosiddetta stampa 3D, che ormai spazia in vari ambiti, incluso quello dei giocattoli.
Anche a seguito della pandemia, se da un lato i consumatori hanno ampliato l’attenzione nei confronti della sostenibilità, dall’altro permangono (in alcuni ambiti si stanno acuendo, leggi alla voce televisori) problematiche legate a componenti e materie prime. Non da ultima c’è la questione connessa alla necessità di tenere sotto la lente di ingrandimento la gestione del magazzino e dei suoi costi. Ecco allora che sono divampate (nate lo erano da tempo) nuove esigenze e attenzioni verso soluzioni accessibili, sia perché ciascun consumatore può fare da sé, sia perché i retailer possono cercare di ampliare i “servizi” a beneficio dei propri clienti finali. Una dei queste è proprio la stampa 3D.
Recentemente si è assistito a un autentico boom addirittura nel mondo fashion e jewellery. Ma, come accennato, un altro settore intorno al quale sono aumentati opzioni e servizi correlati alla stampa 3D, è quello dei giocattoli. A cominciare dalla stampa dei mattoncini Lego, che hanno fatto da apripista.
IL PROGETTO TOY RESCUE
In questi anni le “opportunità” sono aumentate sensibilmente. I progetti hanno allargato il perimetro operativo. Infatti, è lungo l’elenco di giocattoli dell’infanzia di ciascun consumatore (grande o piccolo che sia in termini di età) che sono stati conservati ma non più “pienamente operativi”. Dall’adorata action figure di Goldrake senza più la fondamentale alabarda spaziale alla Barbie che però ha perso un braccio. E, ancora: il modellino di Batmobile a cui manca una ruota o il Millenium Falcon privo di qualche componente della navicella spaziale. Ma anche lo sportellino delle batterie scomparso del proprio Game Boy o pedine e accessori di giochi in scatola. Si tratta di ricordi resi inutilizzabili a causa di un qualche incidente domestico, per via delle perdite di pezzi.
Ma oggi è possibile farli “ritornare in vita” proprio grazie alla stampa 3D, che si agisca in maniera selettiva e dedicata, piuttosto che allestendo un business a tutto tondo. Lo dimostra il progetto Toy Rescue, firmato dalla start up francese Dagoma, basata a Roubaix, Nord della Francia. L’azienda, nata nel 2014, si occupa della progettazione, fabbricazione e commercializzazione di stampanti 3D, con l’obiettivo di renderle accessibili a tutti. Il sogno portato avanti dai fondatori di Dagoma è stato fin da principio quello di democratizzare questa soluzione innovativa capace di offrire a ciascuno la possibilità di riparare, adattare, personalizzare, inventare e produrre.
Link: toy-rescue.com
LA TECNOLOGIA 3D
Il progetto Toy Rescue attraverso la tecnologia 3D permette di creare le componenti perse o danneggiate, così da riparare i giocattoli o sostituirne accessori e pedine. L’intero sistema si basa su un processo decisamente intuitivo: una volta scaricato dal sito dell’iniziativa il file che corrisponde al pezzo ricercato, si provvede a dare istruzioni per la realizzazione dello stesso attraverso un comune software di stampa 3D.
Sono tanti i giocattoli che possono essere riattivati: dai Gi Joe alle Tartarughe Ninja, passando per i supereroi Marvel e i personaggi di Star Wars, fino ad arrivare agli omini del Lego, alcuni tra i robot anni ’80 più celebri o i Playmobil. Non possono, poi, mancare le bambole più diffuse: Barbie su tutte, ma anche Big Jim e Bratz. Si continua con i giochi in scatola: dalle pedine di scacchi e dama ad accessori e componenti di Monopoli, Trivial Pursuit o Forza 4. A chiudere, infine, le macchinine Hot Wheels e i modelli dei veicoli più noti di cinema e tv: da Cars a Batman.