Un cataclisma. E’ quello che, negli ultimi tempi, ha attraversato il mercato dei giocattoli. Si tratta di un cambiamento profondo che ha investito tanto i prodotti quanto la distribuzione.
Partiamo dai primi. I giocattoli classici sono oggi affiancati (e sempre più spesso soppiantati) dagli smart toys elettronici. In altri termini si vendono meno bambole e trenini elettrici e più tablet e videogiochi.
Va detto che, proprio per fare fronte a questa situazione, le aziende di giochi tradizionali hanno sviluppato nuovi concept, che puntano a coniugare reale e virtuale.
Così, per esempio, Lego ha lanciato Nexo Knights, videogioco interattivo che mixa mattoncini e multimedialità, mentre Quercetti, l’impresa dei chiodini, ha creato la linea Pixel Art, che declina il mosaico multicolore in versione digitale. Una strategia complessa – in quanto comporta la riorganizzazione della fase di r&d e la stretta collaborazione con partner tecnologici – ma necessaria.
E il retail? Qui la rivoluzione si chiama, come prevedibile, e-commerce. “Secondo le rilevazioni di Npd, le vendite on line sono in crescita e rappresentano oggi circa il 18% del totale – dice Paolo Taverna, Direttore di Assogiocattoli – ma il dettaglio tradizionale si difende bene e mantiene una quota superiore al 30%”.
Di fatto il web non ha portato via clienti al negozio di giocattoli quanto piuttosto alla grande distribuzione. Il motivo è semplice: il negozio mantiene il vantaggio della consulenza che né l’on-line né super e ipermercati attualmente danno.
A ciò si aggiunge il tema dell’offerta: molti punti vendita (indipendenti e non) propongono giocattoli particolari (in termini di materiali, design, approccio educativo), difficili da reperire nella grande distribuzione.
Sottolinea Taverna: “se vuole riguadagnare terreno la Gd deve attrezzarsi per offrire consulenza in store. In caso contrario rischia di uscire perdente sia dal confronto con l’e-commerce sia dalla competizione con il dettaglio tradizionale”.
Nel frattempo il buon “vecchio” negozio di giocattoli non sta a guardare e cerca di sfruttare al meglio le opportunità che arrivano dal web. La gran parte degli spazi utilizza internet soprattutto come strumento di comunicazione e di promozione. Tuttavia vi è anche chi si muove con l’obiettivo di integrare fisico e digitale, per esempio attraverso l’introduzione di un servizio di prenotazione on line e di ritiro in store.
fonte: nuvola.corriere.it (di Anna Zinola)