Rinviato al 1° gennaio 2022 l’obbligo di etichettatura ambientale degli imballaggi.
Posticipata l’entrata in vigore, fissata al 26 settembre, imposta dal pacchetto di direttive europee sull’economia circolare durante la trasformazione in Legge del Dl Sostegni.
Molti i dubbi di interpretazione e le incertezze sull’operatività dell’adempimento pratico del decreto legislativo 116/2020 che hanno spinto ad uno slittamento della sua entrata in vigore. Il Conai, Consorzio Nazionale Imballaggi, aveva chiesto a Confartigianato e alle principali associazioni di imprese di stilare le linee guida condivise, così da colmare le lacune delle norme esistenti, in attesa dei correttivi normativi necessari, mai arrivati.
Ulteriore confusione è stata creata con il Decreto Milleproroghe che ha portato ad una sospensione parziale temporanea degli obblighi dei produttori, delle indicazioni di fine vita, lasciando in vigore la sola normativa europea che obbligava ad apporre su tutti gli imballaggi gli identificativi dei materiali utilizzati.
Non erano chiari i contenuti da riportare in etichetta, i soggetti obbligati, le tempistiche per l’esaurimento scorte per gli imballaggi in magazzino. Ma soprattutto non erano chiare le tempistiche per adeguarsi alle nuove disposizioni e agli adempimenti per il prodotto destinato all’estero – ha dichiarato Confartigianato, che continua – le sanzioni previste per le inadempienze, da 5.200 a 40.000 euro, erano e sono assolutamente spropositate e insostenibili per le piccole e medie imprese costrette ad operare in tempi di pandemia in un contesto così incerto.
Oltre al rinvio della norma, che permetterà di fare chiarezza sugli effettivi soggetti coinvolti, relativi obblighi e sanzioni, Confartigianato è riuscita ad ottenere che “i prodotti privi dei requisiti ivi prescritti e già immessi in commercio o etichettati al 1° gennaio 2022 possono essere commercializzati fino ad esaurimento delle scorte. In questo modo si risolve il problema degli imballaggi confezionati prima dell’entrata in vigore dell’obbligo che, non potendo essere rispettato, si sarebbero accumulati inutilizzati nei magazzini”.