Pubblichiamo e condividiamo la “lettera aperta” del nostro direttore Maurizio Cutrino
Il gioco non solo come puro divertimento, ma anche come “cibo per la mente”, capace quindi di “alimentare” il bambino in tutto il suo percorso di sviluppo – fisico, cognitivo, emotivo sociale – è un’evidenza ormai nota a tutti quelli che si occupano di analizzare il complesso e affascinante mondo dell’infanzia.
Il 20 novembre 2019, in occasione del trentesimo anniversario della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia redatta dalle Nazioni Unite (O.N.U.) Assogiocattoli ha celebrato questo importante anniversario con un convegno dedicato all’importanza del gioco nello sviluppo del bambino riprendendo i fondamenti dell’Articolo 31.
L’art. 31 della Convenzione, entrata in vigore anche in Italia il 2 settembre 1990, esprime chiaramente queste valenze fondamentali del diritto al gioco, i bambini hanno diritto all’istruzione (art. 28), al gioco, al riposo, al divertimento e a dedicarsi alle attività che più gli piacciono (art. 31). Due diritti di ugual peso e di ugual importanza.
Ci sono stati numerosi contributi di psicologi, terapeuti, educatori, studi universitari e ricerche autorevoli che dimostrano come la quasi totalità dei genitori, con percentuali che si attestano tra l’80 e il 90%, afferma che il gioco è una parte vitale nello sviluppo del bambino con effetti positivi sul loro benessere, il comportamento e le abitudini, favorendo la salute fisica e anche le performance scolastiche.
Per questa e altre ragioni non riusciamo a comprendere le limitazioni e il divieto di vendita nei supermercati imposti dal Governo: comprare un giocattolo, delle matite colorate, in questo momento potrebbe alleviare la fatica del restare chiusi in casa, perché vietarlo? E poi chi lo dice che non sono generi importanti? Tenere chiusi in appartamento dei bambini tutto il giorno per settimane non è facile.
Poi c’è la contraddizione dell’e-commerce, dove si possono continuare a fare gli ordini seppur con grande difficoltà e con tempistiche decisamente allungate.
Ecco perché è necessario che ogni attività commerciale, comunque denominata (ipermercato, supermercato, discount, minimercato, altri esercizi non specializzati di alimentari vari) possa continuare a vendere gli articoli che si trovano nei punti vendita e non chiedere alle aziende il ritiro immediato dagli scaffali.
Limitazioni che penalizzano i più piccoli, che rappresentano il futuro del nostro piccolo e grande mondo!
Maurizo Cutrino
Direttore Assogiocattoli